
LA MIA ARTE
Sofia Bianchini | anno 1970
Quando ero bambina, alle scuole primarie, ma anche al liceo, spiccavo per le mie doti nel disegno (a mano libera e tecnico) e nella letteratura.
I miei temi “creativi” e i miei disegni giravano nelle altre classi come esempi da cui prendere spunto…da adolescente, non stavo molto con i ragazzi e le ragazze della mia età. Passavo il tempo libero a dipingere, ascoltare musica e scrivere poesie…
Nasco a Roma e vivo e lavoro a Todi, nella mia splendida Umbria.
Mi diplomo in Lingue Straniere nel 1989 e ottengo il Master in grafica & comunicazione presso il Cavendish College di Londra nel 1992.
Nella metà degli anni novanta, tornata in Italia, entro in contatto con il mondo degli artisti che orbitano su Todi. Per le mie spiccate doti organizzative, sono per un anno assistente personale di Bruno Ceccobelli. Nel 1995 inizia la mia collaborazione con Beverly Pepper per la quale curo le pubbliche relazioni, la comunicazione, l’immagine e la grafica e seguo l'organizzazione di mostre ed eventi per lei e con lei in tutto il mondo. Questo legame con Beverly non si interrompe mai fino alla sua recente scomparsa nel febbraio 2020.
Durante gli anni passati con lei, come in uno studio-laboratorio, un’accademia artistica, una scuola “di vita” ho la concreta opportunità di avvicinarmi così tanto e penetrare il mondo e il modo dell’arte contemporanea, dell’arte digitale, della fotografia, che iniziano a diventare concretamente i miei strumenti di comunicazione e di espressione.
Tutto l’insegnamento e le incredibili esperienze maturate sul campo mi sono state talmente utili, direi fondamentali, in tutti i lavori e progetti personali e professionali che ho realizzato da allora fino ad oggi. Tutto quel fluire di arte, di genio creativo, di tecniche, di nozioni, di meraviglia sono stato cibo per la mia anima, ispirazione per il mio lavoro.
Intanto nel 2000 fondo la 1000e20 | OneThousandEvents productions, la poliedrica agenzia che si occupa di comunicazione, consulenza d’immagine, restyling ed eventi. Ed è qui, in questo contesto di importanti organizzazioni che trasferisco una parte degli insegnamenti artistici e creativi, e anche le mie tavole imbandite diventano tele d’artista, i progetti grafici, quadri. I video promozionali, poesia.
È proprio in quegli anni di grandi stimoli artistici, che dopo aver realizzato diversi shooting fotografici e campagne pubblicitarie per delle aziende umbre, mi avvicino al mondo del restyling e firmo nell’agosto del 2015 una consulenza per una villa in Umbria. Nei due anni che seguono le fasi della progettazione e della realizzazione, m’immergo completamente nel progetto e realizzo ad-hoc dei pannelli decorativi in digital art. Il mio pubblico rimane meravigliato.
Inizio così, quasi casualmente, un nuovo percorso di vita, dando sfogo e piena libertà a tutto quello che in quasi 30 anni di rapporto profondo con il mondo degli artisti, e dell’arte in generale, hanno maturato in me.
Dal 2011 divento assistente personale del gallerista/collezionista Joseph Helman. Devo anche a lui, in questi ultimi nove anni, insegnamenti privilegiati del mondo dell’arte contemporanea, e in particolar modo il filone pop-art USA tra gli anni '50 e la fine degli anni 60'. Devo a lui la conoscenza approfondita dellla complessa struttura dei grandi musei internazionali e del collezionismo. Lui, come un pozzo da cui bere tutti i giorni saggezza e conoscenza; critiche ragionate e studi su artisti contemporanei e non; le incredibili esperienze, è stato tra i primi a spingermi oltre, a stimolarmi a realizzare “dei lavori miei”.
Le mie opere non sono altro che il frutto del lavoro che ho sempre fatto: combinare degli elementi. La differenza fondamentale è che ora quello che creo è frutto delle mie idee e delle mie esperienze, senza commissione – senza confini – senza filtri.
Le tecniche e gli strumenti che utilizzo mi sono familiari da oltre 25 anni.
La mia prima “esposizione” si concretizza durante un concorso per una vetrina internazionale di fotografia contemporanea – LensCulture nel 2018, con Marmo che mi vede inaspettatamente protagonista nella selezione dei migliori progetti grafici, segnalata da una giuria internazionale di esperti del settore. La mia partecipazione al concorso si conclude con dei feedback insperati e puntuali e una splendida recensione.
Tali riconoscenze, mi hanno stimolata, invogliata e mossa a spingermi oltre…
nella mia ricerca personale, dando forma a nuove idee...
IDIOMA 19|20
Se dovessi descrivere il mio lavoro…
Idioma 19|20, realizzato tra agosto-settembre 2019 e maggio 2020 - è ancora in corso d'opera, e come Marmo prima di lui e Diversea – Shanghai, sono il risultato di una giustapposizione di strati e di livelli. Strati culturali ed esperienziali, livelli emotivi e caratteriali, fotografie ed immagini presenti e passate, colori, forme e trame. Come in una grossa valigia, dove nel corso della vita ho raccolto, appoggiata una sull'altra, maturato e convertito la mia passione per la storia e la geografia, per l’arte e la fotografia, per la bellezza travolgente della natura, per le tradizioni culturali, le radici, le mappe sia esse mentali che geografiche, i labirinti e i puzzle, gli idiomi...
Tutto nei miei lavori viene appoggiato, un elemento sopra l’altro …fino a fondersi in un unico disegno. Quello che ne emerge è la mia visione
Per la mia partecipazione al Festival delle Arti che mi vede tra gli artisti della sezione TODI OUT OF TIME con il progetto IDIOMA 19|20 –
in forma di proiezione video, Joe Helman scrive di me:
“Il lavoro di Sofia, che ho osservato in divenire, è molto avvincente, bellissimo. In qualche modo lei riesce a donare alla pietra più vita, forza ed espressività. La colorazione del marmo con le sue sorprendenti trame, riesce ad animare e risvegliare i suoi soggetti. Per me, non si tratta tanto del microcosmo di ogni luogo in particolare. Tuttavia, esiste un contenuto umano universale, che è pervasivo. E toccante!”
“The work of Sofia, which I have observed in progress, is very compelling, beautiful. Somehow she manages to bring the stone more life, strength and expressiveness. Colorization of the marble with her surprising textures animate and awaken her subjects. For me, it isn't so much about the microcosm of any particular place. However, there is a universal human content, which is pervasive. And touching!”
Joe Helman